Maria Lai
Nel 1981 nel paese di Ulassai Maria Lai dà vita a Legarsi Alla Montagna una delle prime opere d’arte relazionali di fama internazionale. Da monumento ai caduti a opera d’arte per i vivi. Partendo da una leggenda locale e coinvolgendo tutti gli abitanti di Ulassai, l’artista lega insieme con 27 km di nastro di stoffa celeste le porte, le vie, le case del paese, fino ad arrivare allo stesso Monte Gedili che sovrasta il piccolo comune sardo. Una metafora poetica dei rapporti che legano le persone tra di loro, alle loro origini e alla natura che li circonda.
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Mort Garson
Avreste mai pensato di imbattervi in un album che aiuti le piante a crescere?
Garson sì: servendosi del suo sintetizzatore Moog realizzò un’utopia botanica, un album giocoso e leggero che costituisce un esperimento musicale unico nel suo genere. Venne pubblicato nel 1976 e la sua distribuzione fu limitatissima, tanto da renderlo un oggetto raro. Era possibile ottenerlo soltanto tramite due modalità: comprando nel vivaio Mother Earth Plant Boutique di Los Angeles oppure acquistando un materasso Simmons.
Plantasia è molto più di un album di musica elettronica, è il primo album della costa ovest a essere stato realizzato interamente con un moog. Anche se secondo la scienza non favorisce realmente la crescita delle piante, resta un esperimento sonoro che vale davvero la pena ascoltare.
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Carlos Santana, Alice Coltrane
Free Jazz, elementi orchestrali e sonorità orientali si legano armoniosamente in un album interessante ed eclettico.
Pubblicato nel 1974, contiene l’apporto di numerosi musicisti della scena jazz come Jules Broussard e Jack DeJhonette.
L’om con il quale esordisce l’album ci prepara quasi religiosamente alle improvvisazioni prive di struttura che i musicisti ci propongono; l’arpa di Alice Coltrane culla dolcemente verso lunghi assoli di chitarra, sax e tastiere che insieme all’orchestra d’archi costruiscono un’atmosfera profonda e ricca di sfumature.
Spiritualità, intuizione e improvvisazione rappresentano le parole chiave con le quali prepararsi all’ascolto del viaggio che Santana e Coltrane ci regalano.
Steven Wilson
Pubblicato da Steven Wilson nel 2015, è basato sulla storia di Joyce Carol Vincent, una giovane donna che venne ritrovata senza vita nel suo appartamento londinese dopo tre anni dalla sua morte. Nonostante avesse avuto intorno a sé persone che l’amavano, nell’ultimo periodo della sua vita si chiuse in se stessa, isolandosi a tal punto da non essere cercata per moltissimo tempo. Nei mesi precedenti all’uscita del disco, l’autore fece periodicamente rilasciare pagine del diario personale della protagonista sotto forma di blog.
Ossatura centrale dell’album è il progressive rock, circondato da diverse sfumature e influenze musicali che concorrono all’espressione dei temi principali di questo concept album: l’alienazione, il tempo e l’impotenza dell’uomo.
Un viaggio introspettivo e complesso, intimo e fruibile, alla scoperta dell’esistenza umana.
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Ugo La Pietra
Il film cerca di dimostrare il modo di riappropriarsi della città non tanto con interventi fisici ma con operazioni comportamentali e mentali. «Abitare è essere ovunque a casa propria: la frase, quasi uno slogan da carosello, apre il film come si inizia un manifesto, specie di parola d’ordine a cui la faccia sorridente di Ugo La Pietra – tutto intento per strada a farsi la barba riflettendosi nelle ante vetrate di un grande portone – offre l’evidenza delle immagini. Il cinema per La Pietra diventa un mezzo indispensabile per analizzare e decodificare l’ambiente, registrare le tracce di un’attività creativa originale, smontare e rimontare i topoi dell’architettura urbana, realizzare indicazioni di comportamento capaci di dar vita alla “propria” città. (…)». (Paolo Mereghetti, 1977)
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Alice Rohrwacher
"Allegoria cittadina" è un cortometraggio del 2024 diretto da Alice Rohrwacher e JR, che reinterpreta il mito della caverna di Platone in chiave contemporanea. La storia segue Jay, un bambino di sette anni, che accompagna sua madre a un'audizione di danza a Parigi. Durante il provino, il regista (interpretato da Leos Carax) introduce Jay al mito platonico, suscitando in lui una curiosità che lo porta a esplorare la città con occhi nuovi. Attraverso una combinazione di riprese dal vivo e animazione in stop motion, il film offre una visione giocosa e caleidoscopica dell'arte e della percezione, invitando lo spettatore a riflettere sul confine tra realtà e illusione.
Aitana Ahrens
Una bambola gonfiabile di nome Lucy si risveglia nella camera da letto di un bordello per bambole. Vive con Mina, un'altra bambola. Insieme guardano la TV: la loro finestra sul mondo reale. Si immaginano di vivere lontano. Dopo un po', Lucy vuole scappare. Ma Mina non vuole andarsene. Lucy deve scegliere tra la libertà e la bambola di cui è innamorata.
Alexander Gabriel
“Nascosto nelle sfumature, il mio lavoro cerca di ripensare continuamente la transitorietà spaziale e binomiale, decostruendo l'immagine e considerando gli spazi intermedi.
Attraverso la serialità, ogni fotografia esposta è il documento dell’atto di tornare, ogni giorno, a relazionarmi con una porzione di campo, una sedia, un pomodoro, decine di tipologie di piante e fiori, le buche di talpe, le talpe, api, vespe, alberi, alberi tagliati, formiche, le larve, i robot che tagliano l’erba, persone che osservano, i corvi, le mosche, la pioggia, grandine, vermi, vento, gatti, la fine della primavera, l’estate, (altro).
Il mio lavoro è stato riflettere sulle azioni che costantemente agiscono, subiscono e si impongono insieme a noi, definendo spazi intermedi quelle finestre che si affacciano su un mondo di interazioni possibili.”
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Werner Herzog
Fitzcarraldo è la storia di un uomo che lotta contro le leggi della natura e della ragione per perseguire il suo sogno impossibile. Brian Fitzgerald, un europeo amante dell'opera, vive in una piccola cittadina peruviana e sogna di costruire un teatro d'opera a Iquitos, una città immersa nell'Amazzonia. Per finanziarsi, Fitzcarraldo vuole fare fortuna con il commercio della gomma. Il suo piano però è delirante: trasportare una grande nave a vapore sopra una montagna, da un fiume all'altro, utilizzando solo la forza di un gruppo di indigeni. La pellicola racconta la sua folle determinazione e la continua tensione tra idealismo e realtà.
Alberto Grifi
In un futuro lontano un'astronave abitata da un gruppo di giovani discendenti da una minoranza "sovversiva" scampata alla distruzione della Terra, recupera una capsula in cui si è conservato il corpo ibernato di un guerrafondaio reazionario, che dopo aver causato guerra e morte, ha abbandonato la Terra ormai invivibile. La sperimentazione visiva atta alla liberazione dello sguardo si intreccia alle visioni psichedeliche da un lato e alla teoria orgonica di Wilhelm Reich dall'altro.
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